Estratto di un elaborato di ricerca di 10 anni di psicoterapia di gruppo dal 2002 al 2012
Introduzione
Focalizzare l’attenzione sul processo di psicoterapia di gruppo è una sfida, che, per complessità, si scosta da quella della psicoterapia individuale. Di fatti, mentre il processo terapeutico individuale si fonda sulla relazione tra paziente e terapeuta, nella terapia di gruppo lo scenario che si presenta è frastagliato e molteplice. Molti sono i livelli relazionali che si attivano (tra pazienti del gruppo, tra pazienti e terapeuta e tra pazienti con il gruppo nel suo insieme) e che vanno, quindi, attenzionati. Citando Perls, nel gruppo emerge chiaramente la bellezza e la complessità dell’esprimere qualcosa-a-qualcuno come valorizzazione dell’integrità dell’esserci, sciogliendo, nel campo intercoporeo, gestalt sospese, coazioni a ripetere nevrotiche e iatrogene, seppur creative.
In questa ricerca, dopo tale premessa, si è potuto indagare il lavoro clinico di esperienze intensive di psicoterapia di gruppo, sviluppato in 10 anni, trasformando le ipotesi iniziali, in una vera e propria reinterpretazione epistemologica e metodologica dell’intreccio tra intercorporeità, percezione corporea/schema corporeo e psicoterapia di gruppo.
Viene proposta una ipotesi sul legame che intercorre tra la psicoterapia di gruppo e i cambiamenti psicocorporei nel contesto dell’intensivo di psicoterapia. Lo studio mostra una relazione significativa tra queste variabili.
In questi 10 anni, gli psicoterapeuti il Dott. Gianfranco Silvetti e la Dott.ssa Terry Falcone hanno condotto questi intensivi, permettendo un intervento più efficace e veloce in quanto in maratona si parte con il principio secondo cui la diagnosti è essa stessa terapia. Questa chiave di lettura gestaltica dà all’intervento una luce nuova.
1. Problema
La ricerca nasce da una richiesta sempre più numerosa da parte di partecipanti di psicoterapia di gruppo della Gestalt di avere un contesto strutturato e protetto ed un tempo maggiore per approfondire il proprio percorso psicoterapeutico; dando il giusto spazio ed il giusto tempo alla trasformazione di alcune difficoltà e nodi centrali dei propri blocchi relazionali ed accelerando il processo di cura. Il gruppo è un gruppo aperto, per pazienti dell’area nevrotica e borderline, che si incontrano in un contesto strutturato che permette all’esperienza di nascere e finire in tre giorni circa, così da essere completa per tutti i partecipanti. Lo scopo è quello di osservare il cambiamento dello schema corporeo interattivo, osservabile nella maturazione dell’esperienza, trasformazione visibile nel superamento dell’ansia fisiologica delle interruzioni di contatto che ogni partecipante manifesta e l’adattamento creativo corrispondente e successivo al ripristino della spontaneità.
2. Progetto
La presente ricerca intende, come suddetto, esplorare i cambiamenti intercorporei e di percezione corporea di un gruppo psicoterapeutico nel contesto dell’intensivo di psicoterapia attraverso la somministrazione prima e dopo di un questionario aperto e del Test del Disegno della Figura Umana di K. Machover.
L’ipotesi generale da cui prende avvio lo studio è che le trasformazioni prodotte sugli individui dalla psicoterapia intensiva di gruppo, agendo su livelli profondi della personalità, possano essere evidenziate nelle risposte suscitate da un’esperienza di tipo proiettivo, quale il Test del Disegno della Figura Umana e verbalizzate nel questionario. L’ipotesi di ricerca è quella di verificare ed identificare questi cambiamenti, verosimilmente prodotti dalla psicoterapia di gruppo. In particolare si ipotizza che il cambiamento terapeutico mostri un miglioramento della percezione del proprio corpo/schema corporeo e di questo nell’interazione organismo/ambiente.
3. Obiettivi
L’obiettivo del lavoro di ricerca è valutare i cambiamenti nella consapevolezza corporea e nella intercorporeità (schema corporeo e corpo in relazione con gli altri). La tesi si prefigge l’obiettivo di promuovere una rilettura della dinamica di gruppo, focalizzando l’attenzione su queste polarità: percezione corporea/schema corporeo ed intercorporeità. Lo scopo dello studio è la rilevazione e la valutazione del vissuto di immagine corporea, in relazione a sé e agli altri, nell’ipotesi che i cambiamenti dovuti al vivere l’esperienza dell’intensivo di psicoterapia di gruppo emergano chiaramente. Si parte, quindi, dall’ipotesi che lo schema corporeo (di sé e con gli altri), percepito soggettivamente, subisca modificazioni in conseguenza dei cambiamenti che possono verificarsi nello stato e nell´assetto generale del corpo in relazione. Lo stesso Merleau Pontit sostiene che lo schema corporeo è dinamico e in essere.
Infine si ipotizza l'importanza di misurare la significatività clinica del cambiamento, in modo da valutare se il cambiamento occorso sia abbastanza ampio da essere significativo.
4. Destinatari
Il nostro campione è composto da un gruppo di 60 soggetti, di età ed estrazione sociale disparata.
Dei 60 soggetti, 33 sono femmine, mentre 27 sono maschi.
La maggior parte dei partecipanti vengono dal centro Italia (30/60), successivamente dal sud con il 30% (18/60 pazienti) e dal nord con l’11%. Solo in quattro sono nati fuori dall’Italia (Monaco di Baviera, 2 in Jugoslavia e in Venezuela), mentre un paziente non risponde.
Per quanto concerne il livello culturale, la maggior parte dei partecipanti sono laureati e diplomati (22/60) (con una piccola maggioranza di laureati, 28/60). Solo in due non rispondono al quesito, mentre minore è la percentuale di chi ha frequentato la scuola secondaria di primo grado o di chi ha una specializzazione post-lauream.
Per quanto riguarda la professione, la maggior parte dei pazienti sono impiegati (24/60), cioè il 33%, e liberi professionisti (18/60, il 42%). Di meno chi non lavora, il 13%. gli operai, il 9% ed i dirigenti, il 3%.
Per quanto riguarda le motivazioni che spingono i pazienti alla partecipazione alla maratona di Psicoterapia della Gestalt, si nota dal grafico che la maggior parte dei pazienti ritiene di avere un disturbo d’ansia, conclamato o meno, che vuole risolvere. Di fatti, il 20% delle risposte dichiara questa difficoltà (dall’ansia all’attacco di panico). Un altro motivo che porta le persone ad affacciarsi a questa esperienza è legato alla sfera psicovegetativa (disturbi psicosomatici 20%). Altre motivazioni rilevanti sono quelle legate all’autostima e alle relazioni sociali (11% entrambe). Infine altre motivazioni, seppur meno rilevanti, sono legate ai disturbi altri: l’8% a disturbi legati alla sfera dell’umore, all’alimentazione, ai disturbi sessuali e alla autorealizzazione. Il 7% delle risposte è invece legato ad uno scopo di tipo formativo; un range di persone che arrivano all’intensivo di psicoterapia per motivi formativo-professionali di osservazione ed apprendimento di come si lavori in un contesto di quel tipo in gruppo.
I partecipanti presi in analisi hanno partecipato alle maratone nella maggior parte dei casi solamente una volta dal 2002 al 2012. Il 18% dei pazienti ha replicato l’esperienza due volte e il 13% tre. Una minima percentuale ha vissuto in questi dieci anni quattro maratone o più, come si vede nel grafico.
5. Metodologia
Il lavoro di ricerca è stato condotto, in ambito clinico, con una metodologia di analisi dei dati di tipo quantitativa. I pazienti sono stati valutati prima dell’inizio dell’esperienza e alla fine dopo i tre giorni di intensivo di psicoterapia di gruppo. In questo studio, si riportano i risultati di due strumenti di ricerca: il questionario scritto self-report sulla rilevanza dell’esperienza e sulle considerazioni personali e il TFU.
6. Processo (attività, tempi e fasi)
Per questa ricerca si è pensato di monitorare il percorso di ogni gruppo che ha partecipato agli intensivi di psicoterapia di gruppo dal 2002 al 2012. Il monitoraggio è avvenuto tramite l’analisi del test della figura umana proponendo la prima consegna del test di K. Machover prima e dopo i tre giorni di residenziale e un questionario self-report all’inizio ed alla fine dell’esperienza. Alla fine dell’ultimo giorno, dopo i feedback finali, si chiede di rifare il DFU e completare il questionario sull’esperienza. Come la psicoterapia della Gestalt legge, la maratona segue la curva di contatto:
- Pre-contatto: sfondo intercorporeo che muove l’orientamento e la percezione,
- Contatto: sfondo intercorporeo in movimento “verso” e “con”,
- Contatto pieno: sfondo intercorporeo in azione,
- Post-contatto: sfondo intercorporeo che si amplifica nell’esperienza
7. Analisi dei dati
In questa sessione si analizzano i risultati, i punti di forza dell’elaborato e quelli aperti ed il follow up.
7.1.1 Risultati
Attraverso la checklist abbiamo valutato quello che con Kazdin potremmo definire il perceived change, cioè il vissuto soggettivo del cambiamento
La percezione soggettiva dei problemi principali che i pazienti espongono prima della maratona decresce alla fine della terapia, con alcune differenze tra le pazienti. I risultati sono eterogenei: alcune pazienti beneficiano del trattamento nelle loro capacità interpersonali ed intercorporee mentre altri a livello di percezione di sé. Questo è visibile nell’analisi del questionario self-report di ogni paziente.
Per quanto riguarda i dati relativi alla soddisfazione dell’esperienza, la maggior parte dei partecipanti afferma di essere molto soddisfatta dell’esperienza, se non moltissimo. Di fatti, più del 50% dichiara questo gradimento (31 persone molto soddisfatte, 6 moltissimo). Questo permette di sottolineare che i pazienti con un obiettivo chiaro iniziale escono dall’intensivo con una sensazione piacevole che va oltre la soddisfazione minima.
Analizzando altri dati, il questionario self-report permette di affermare che il momento più significativo che i pazienti riportano è nella maggior parte dei casi il lavoro sull’appartenenza, sulla relazione con gli altri e il contatto con l’ambiente vissuto in termini di piacevolezza. Questo rivela come sia chiaro anche ai partecipanti che il contatto corporeo con gli altri è sinonimo di cambiamento e, a livello percettivo soggettivo, abbassamento dell’ansia di esposizione.
A livello della valutazione analitica si scende maggiormente nello specifico della struttura dei disegni. Rispetto agli indici, sulla base dei quali si sono confrontati i due disegni dei pazienti in termini sia di presenza degli stessi sia di cambiamento e/o miglioramento dei due ambiti scelti si evidenzia la presenza del cambiamento in quasi tutti i confronti dei due disegni. Di fatti, su 46 disegni confrontati, in quanto 14 disegni sono mancanti del secondo disegno, tutti mostrano almeno una variabile di cambiamento e 43 hanno almeno una variabile di miglioramento. Gli indici più significativi sono quelli di miglioramento. Gli indici di miglioramento che hanno una presenza importante sono la pressione, il tratto, la collocazione del disegno e la dimensione della figura.
Attraverso il test statistico del chi quadrato, si è evidenziato che la presenza di variabili di miglioramento è statisticamente significativa (p ≤ .05).
Sulla base dell´importanza delle caratteristiche rilevate la localizzazione preferenziale delle figure nella parte centrale del foglio, depone per la presenza di elaborazione positiva di conflitti nell´area dei sentimenti di instabilità personale. Inoltre sottolinea una elaborazione di un buon adattamento con l’ambiente e un nuovo equilibrio relazionale.
L’altro indice importante è la pressione del tratto, riscontrata nei disegni del campione; nella metà dei casi, infatti, tali disegni vengono eseguiti con una accentuazione nuova del tratto grafico. Di fatti, la pressione è più omogenea e meno importante. Questo permette di affermare un cambiamento positivo dei pazienti che elaborano in maratona impulsi aggressivi ed emotività incontrollata, sentendosi più centrati in relazione con l’ambiente.
Il tratto, che in quasi tutti i secondi disegni, appare più continuo e moderato indica una elaborazione della pulsionalità del soggetto. I soggetti elaborano una sensazione di sicurezza del proprio corpo tra i corpi più chiara. Riconoscono più facilmente i confini tra il sé ed il mondo.
Infine, altro indice di cambiamento positivo intercorporeo è la dimensione del disegno che appare più equilibrata come simbolicamente è più adeguato il proprio sentirsi tra gli altri.
La percezione corporea e l’intercorporeità appaiano quindi meno fragili, instabili e condizionati da conflitti emotivi. Il corpo vissuto in mezzo agli altri corpi è più pieno e integro. Ci si percepisce più stabili e questo si riflette concretamente nel vissuto personale di schema corporeo.
L´esperienza dell’intensivo di psicoterapia coinvolge profondamente l´emotività ed i vissuti corporei di chi sceglie di parteciparvi. L´osservazione clinica e il contributo di altri strumenti diagnostici fanno pensare che, grazie alla psicoterapia di gruppo, nel paziente emerge la sicurezza e stabilità, agendo l´esperienza come elemento aggregante un´identità in essere sia a livello di percezione di sé sia a livello intercorporeo. Nel corso dell’intensivo si produce una evoluzione dei vissuti corporei e intercorporei con una valorizzazione ed un miglioramento della persona che può accogliere un nuovo esser-ci.
Le emozioni collegate alla corporeità sono connesse alla relazione, che può essere sentita in modo nuovo come in grado di consentire o proteggere il concetto globale di sé. Il miglioramento della consapevolezza avviene in quanto cambiamento della qualità del contatto.
Come Giovanni Salonia e la sua scuola afferma se il processo di contatto si interrompe, il gesto mancato, spesso inconsapevole, rimane presente a livello subliminale nella memoria corporea in quanto il corpo era pronto per compierlo, caricandosi, quindi, di tutta l’eccitazione che ha bloccato il cammino verso il contatto pieno; una gestalt aperta che si riapre ogni volta che il desiderio riemerge. Grazie all’intensivo di psicoterapia, si ritrova il gesto bloccato delle prime interruzioni e si inizia a sciogliere quella energia bloccata nel cammino del ripristino della spontaneità.
7.1.2 Punti di forza e punti aperti
Questi riscontri ci permettono una più efficace lettura del cambiamento, nella consapevolezza della difficoltà di analisi di un intervento terapeutico come quello gruppale. Come suddetto il punto di forza della ricerca è il carattere innovativo dello studio che lega le variabili analizzate. Inoltre, un punto di partenza che è sinonimo di forza del progetto è lo sfondo della psicoterapia di gruppo intensiva. Di fatti, l’intensità e la continuità di tale setting, nonché la durata, stressano fortemente le interruzioni di contatto. Inoltre, il paziente in questa situazione protetta può sperimentare quell'ansia costruttiva che avviene prima di ogni cambiamento, anche quando il cambiamento e' decidere di non cambiare e di fermarsi. La micro-realtà gruppo espone il paziente ad attraversare gestalt sospese che arrivano da lontano ma si concretizzano nel presente. L'antico e popolare detto gestaltico del pelare la cipolla viene nella maratona velocemente sfogliato, rendendo il paziente più consapevole ed integro nella sua funzionalità presente.
Il punto aperto dell’elaborato è invece la stabilità del cambiamento. Queste variabili di miglioramento intercoporeo e di percezione corporea persistono nel tempo? Per rispondere a tale quesito è in corso una stesura di un questionario di follow up.
8. Conclusioni
Scopo del lavoro è stato quello di valutare alcuni indicatori di efficacia terapeutica di un gruppo di pazienti relativamente al percorso terapeutico concretizzato nell’intensivo di psicoterapia di gruppo.
Come già sottolineato, abbiamo considerato come indicatori di cambiamento e miglioramento non tanto delle scale sintomatiche psichiatriche, ma alcune variabili relative alla capacità dell'adattamento interpersonale, nella convinzione che il cambiamento terapeutico di questi soggetti non andasse tanto misurato a livello di remissione del sintomo, ma come acquisizione di competenze interne e relazionali in grado di permettere una più soddisfacente qualità della vita e un aumento della capacità di stare nell’ambiente. Questa visione è tipicamente gestaltica in quanto il sintomo è adattamento creativo.
Dai dati emersi si può affermare che il cambiamento dei pazienti dopo il trattamento può essere considerato positivamente, per quanto analizzabile a livelli differenti. La valutazione effettuata tenendo conto del punto di vista del paziente stesso e di misurazioni più standardizzate, permette di ottenere una visualizzazione del cambiamento che contiene questi due livelli. Questa scelta permette di far emergere dallo sfondo l’importanza per la Gestalt Therapy del singolo individuo: ogni vita merita un romanzo. In questo modo si esprime la necessità di non compiere un lavoro riduttivo nella valutazione di interventi psicodinamici e di andare oltre all’interpretazione ma di stare attenti al singolo e alla sua percezione di cambiamento positivo nel vissuto del soggetto, che non rimane in tal modo solo una ipotesi.
Rispetto all'andamento del gruppo nel suo insieme, si nota che ciascun paziente ha tratto dal processo di gruppo dei benefìci in modi e tempi differenti e che queste differenze possono essere comprese soltanto all'interno di una lettura più complessa, che apre spunti di riflessione interessanti, riferibili alla particolare diagnostica gestaltica rispetto ai tempi ed alle interruzioni di contatto. Di fatti, la diagnosi in Gestalt Therapy è già intervento.
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